Mi sono imposta di tornare sul blog anche se ho le idee confuse su alcune cose. Una è quella che segue.
Negli ultimi mesi ho visto diverse persone cadere nella trappola delle varie fantasie di complotto che circolano, prima fra tutte Qanon. Sono in alcuni casi persone che conosco in prima persona, in altri invece insegnanti di yoga più o meno famosi a livello internazionale.
Non riuscendo a capire come soprattutto gli insegnanti di yoga potessero condividere certe visioni, ho deciso di informarmi un po’. Wu Ming ha scritto un’inchiesta molto approfondita su QAnon su Internazionale (una nel 2018 e una nel 2020 – e dovrebbe a breve uscire un libro sull’argomento). Elephant Journal ha pubblicato almeno due articoli sul fenomeno, concentrandosi soprattutto sul mondo yoga.*
Avevo cominciato a scrivere un articolo un po’ più approfondito ma mi rendo conto che ci vorrà del tempo, e forse non ha neanche senso scriverlo, ci sono persone che il fenomeno l’hanno studiato più a lungo e meglio di me.
Capisco che il lockdown abbia contribuito molto. Questo vivere continuamente online, essere bombardati da notizie di continuo, e poi da contro notizie, non è facile. Aggiungi anche l’ansia, la depressione, l’incertezza per il futuro, la paura, è prevedibile che le persone cerchino le notizie che le rassicurano, o che giustificano la rabbia che provano. Senza fermarsi più di tanto a chiedersi se siano vere o almeno plausibili. O se abbia senso concentrarsi su certe cose piuttosto che su altre, in questo momento.
Una cosa che accomuna tutte o quasi queste persone è la rapidità con cui sono disposte a credere a qualcosa solo perché detta/scritta da un certo gruppo e non da un altro. E qui capisco perché possa aver fatto così tanto breccia soprattutto tra coloro che già prima si tenevano alla larga dai mass media, non fidandosi, o sapendo che spesso non raccontano tutta la verità. Per non parlare di chi aveva da tempo cominciato a non fidarsi della medicina, degli scienziati e della scienza. Certe teorie hanno fatto leva sui dubbi delle persone, li hanno alimentati, hanno a volte proposto “soluzioni” che automaticamente diventavano più valide di quelle accettate dai più. E tra queste persone c’erano, e ci sono, molte di quelle che operano nel settore benessere, insegnanti e praticanti di yoga compresi.
Praticare yoga in tutte le sue parti in realtà potrebbe aiutarci, perché ci insegna il distacco e la calma. In questo caso, potrebbe insegnarci ad aspettare prima di giungere a conclusioni affrettate, prima di condividere quell’articolo, prima di prenderlo per vero. Se riusciamo a distaccarci per un attimo dalle emozioni che quella notizia ci suscita, forse riusciamo ad analizzarla anche sotto altri punti di vista. O magari decidiamo di informarci un po’ di più.
Come ci piace tanto ricordare, però, lo yoga è una pratica che prosegue anche per tutta la vita (o per più vite). L’insegnante di yoga è anche sempre un praticante, quindi non è immune da errori. È un essere umano con le stesse emozioni di chiunque altro, e anche se conosce qualche pratica che può aiutarlo/a a controllarle o osservarle con distacco, non significa che riesca sempre ad applicarle. Soprattutto se certe fantasie del complotto cambiano in modo da abbracciare anche temi che ci stanno a cuore, relegando quelli che non condividiamo in un angolo buio che non possiamo vedere subito.
Sto continuando a informarmi il più possibile, sopratutto per capire cosa si può fare per combattere il dilagare di certe teorie che personalmente ritengo pericolose. Perché al momento non sono più stupita e neanche arrabbiata (o forse un po’ arrabbiata sì, lo ammetto), ma piuttosto preoccupata. Come me, anche molti altri, e infatti in tanti hanno cominciato a parlarne apertamente. Che sia il primo passo?
* gli articoli di approfondimento sono tanti, ma consiglio caldamente l’analisi di Wu Ming su Internazionale (entrambe, per avere un quadro completo). Se vuoi approfondire, sarò lieta di condividere i link di quelli o degli altri citati. E se hai qualcosa che credi dovrei leggere, fammi sapere!
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