Yoga Nidra

Come vi avevo promesso la settimana scorsa, oggi parliamo di Yoga Nidra. Brevemente, perché per capire bene cos’è e come funziona, il mio consiglio è quello di provarlo.

Cos’è lo Yoga Nidra

Lo Yoga Nidra (“sonno yogico”) è una tecnica di origine tantrica, adattata ai giorni nostri da Swami Satyananda Saraswati, che notò che nello stato di semi-coscienza che precede il sonno la mente è più ricettiva.

Lo scopo dello Yoga Nidra è quindi quello di raggiungere quello stato di semi-coscienza per poter lavorare su vari aspetti della personalità e favorire alcuni aspetti cerebrali (creatività, capacità di problem solving, diminuzione dello stress…). Ha gli stessi benefici della meditazione, ma può essere praticato anche da chi non ha esperienza. Si pratica sdraiati, in Savasana, e non richiede quindi la capacità di mantenere una postura corretta in posizione seduta (cosa che risulta difficile a molti, soprattutto in Occidente). Richiede solo di restare fermi per tutto il tempo, e di cercare, per quanto possibile, di non addormentarsi. Ma non preoccuparti, capita a tutti di addormentarsi, soprattutto le prime volte!

Come funziona

La pratica di Yoga Nidra si basa su un schema preciso: preparazione, rilassamento, Sankalpa o risoluzione, rotazione di coscienza, consapevolezza del respiro, visualizzazione, Sankalpa, conclusione. Per questo va praticato con la guida di un insegnante, senza pensare alle varie fasi ma lasciandosi guidare dalla voce e seguendo le istruzioni.

PREPARAZIONE: Nel suo libro “Yoga Nidra”, Swami Satyananda Saraswati consiglia di fare alcuni movimenti prima di praticare Yoga Nidra – alcuni saluti al sole e alcune asana, in modo da preparare il corpo all’immobilità. Non tutti seguono queste indicazioni, e personalmente io l’ho sempre praticato da solo, oppure dopo una pratica di Yin Yoga (che, come puoi leggere qui, è una pratica statica). Anche quando lo guido, lo faccio in genere dopo una lezione di Yin.

RILASSAMENTO: In questa parte della pratica, all’inizio, si assume la posizione di Savasana e ci si ripromette di non muoversi. Consiglio di fare tutti i piccoli aggiustamenti necessari subito, e valutare se ci servirà un cuscino o una coperta, in modo da potersi godere appieno l’esperienza. Dopo aver trovato la posizione, in genere l’insegnante porterà i praticanti a concentrarsi sul respiro per qualche istante, in modo da rilassarsi completamente.

SANKALPA: A questo punto, è ora di pronunciare il proprio Sankalpa. Il Sankalpa è un proposito, o risoluzione, qualcosa che vogliamo realizzare nella nostra vita, ma che formuliamo con una frase breve e al tempo presente (come se fosse già reale), ripetuta mentalmente tre volte. È importante sceglierlo con cura, e non cambiarlo finché non sentiremo che è giunto il momento. Personalmente, io il Sankalpa non lo scelgo, ma resto in ascolto di ciò che arriva – non preoccuparti se le prime volte non sei sicuro/a o non arriva nulla, continua la tua pratica e presto saprai qual è il tuo.

ROTAZIONE DI COSCIENZA: In questa parte si viene invitati a portare l’attenzione a tutte le parti del corpo, che vengono nominate con un ordine e un ritmo ben precisi: non dobbiamo muoverle, o rilassarle, ma solo portare tutta la nostra attenzione nella parte del corpo nominata, per poi spostarla verso la successiva.

CONSAPEVOLEZZA DEL RESPIRO: Nelle pratiche più brevi questa parte viene spesso saltata. Quando è presente, si viene invitati a concentrarci sul respiro in modi diversi: a volte, contando i respiri a ritroso, altre volte concentrandoci sulla parte del corpo in cui lo sentiamo maggiormente (narici, labbro superiore, petto, pancia…).

VISUALIZZAZIONE: Ora si viene invitati a visualizzare ciò che l’insegnante nomina. In alcuni casi le visualizzazioni seguono un tema (ad esempio i Chakra), in altre sono immagini semplici, spesso naturali, comprensibili a tutti. L’insegnante in genere ripete le parole tre volte, in modo da dare il tempo alla mente di creare l’immagine corrispondente.

SANKALPA: Finita la visualizzazione, si viene invitati a ripetere nuovamente il Sankalpa per tre volte.

CONCLUSIONE: Ora l’insegnante ci guiderà lentamente fuori dal rilassamento, fino a portarci seduti in posizione comoda e a riaprire gli occhi.

Come ti dicevo all’inizio, lo schema preciso che si segue implica la necessità di avere un insegnante a guidarci, anche se Swami Satyananda Saraswati scrive che i praticanti più esperti potrebbero riuscire a praticarlo anche da soli.

Io la trovo una pratica utilissima per rilassarmi e per ritrovare la concentrazione, soprattutto in periodi stressanti. Se vuoi provarla, puoi trovare uno Yoga Nidra scaricabile nel mio pacchetto Yin Yoga qui, oppure puoi seguirmi sui social per sapere la data del prossimo evento (online) di Yin Yoga + Yoga Nidra.

Photo by Anton Shuvalov on Unsplash

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