Diritti e doveri

Scorrendo lunga la galleria delle foto del telefono, alla ricerca di non so cosa, ho trovato questa citazione (presa da qualche parte su internet, tempo fa).

The single biggest thing I learned was from an indigenous elder of Cherokee descent, Stan Rushworth, who reminded me of the difference between a Western settler mindset of “I have rights” and an indigenous mindset of “I have obligations”. Instead of thinking that I am born with rights, I choose to think that I am born with obligations to serve past, present, and future generations, and the planet herself.

(La si trova in giro sul web spesso come anonima, l’ho trovata poi come parte di un’intervista a Dahr Jamail in occasione dell’uscita del suo libro “The End of Ice”)

Mi faceva un discorso simile una persona a me molto cara. Di quanto fosse stanco da sempre di chi urlava ai diritti, diritti, diritti (si stava parlando di politica quel giorno).

Forse non è mai stato così evidente quanto abbiamo perso di vista che avere dei diritti comporta innanzitutto avere dei doveri. Forse in situazioni nuove ed estreme ce lo dimentichiamo ancora di più.

Il diritto di agitare il mio pugno finisce dove comincia il naso dell’altro uomo.  (Oliver Wendell Holmes Jr.)

La tua libertà finisce dove inizia quella degli altri.

Tanti modi per dire più o meno la stessa cosa, ma devo dire che il dovere nei confronti delle generazioni passate, presenti e future, e di Madre Terra, forse è l’immagine che mi piace di più. Dà meno spazio all’interpretazione, ci porta a rispettare il passato, contribuire al presente, guardare al futuro.

Tutto il contrario di pensare solo a se stessi e solo per la durata della propria vita (o magari di quella dei figli).

Io sono fortunata perché mi ritrovo circondata da persone che hanno presente questa cosa. Che si tratti del diritto di voto, del diritto alla salute, del diritto al lavoro. E’ mio come degli altri, e in alcuni casi diventa un dovere, per offrire alle generazioni presenti e future qualcosa di buono, per onorare le generazioni passate che certi diritti li hanno ottenuti lottando.

Mi ritengo fortunata perchè ho intorno persone che riflettono prima di parlare o agire perché sanno bene che a volte i confini sono molto labili, sono difficili da capire. Grazie a queste persone continuo ad avere fiducia negli esseri umani, anche se ammetto che le reazioni che ho letto in giro nell’ultimo anno hanno fatto vacillare parecchio questa fiducia.

Ma non posso perderla, devo crederci, lo devo alle generazioni passate, a quelle presenti, a quelle future.

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