Cosa mi ha insegnato lo Yin Yoga, e quanto facilmente lo dimentico
Ormai ho smesso di tenere il conto dei mesi di assenza da questo blog, ma spero davvero di poter tornare su questi schermi in pianta un po’ più stabile.
Il fatto è che, dopo il mese di pausa che mi sono presa ad agosto, tutto ha cominciato ad andare storto, o almeno così sembra a me (perché so benissimo che potrebbe andare peggio, ma il senso di sopraffazione si fa sentire).
Se alcune cose (come, purtroppo, i lutti) riesco ad accettarle come parte della vita, nonostante il dolore che provocano, e riesco a reagire in maniera consona, per altre ho avuto reazioni che pensavo non fossero più parte di me: rabbia, senso di smarrimento, ansia. Il bello (o brutto?) è che queste reazioni le ho avute prevalentemente su cose che magari non potevo prevedere (magari avercelo, quel superpotere), ma che potevo, in un modo o nell’altro, risolvere.
Ora che guardo ad alcune cose con un po’ di distacco, perché sto muovendo i primi passi per arrivare a una soluzione, mi rendo conto che era proprio quello che mi serviva: allontanarmi un attimo, fermarmi. Non erano situazioni di emergenza, potevo prendermi 5 minuti per elaborare la cosa, osservare magari la mia reazione immediata, capire se sarebbe stata utile o se non fosse meglio aspettare. Non l’ho fatto, e non so se è stata la stanchezza di un periodo di oltre due mesi in cui niente sembra andare nel verso giusto, o il fatto che ho perso un po’ di vista quei punti fermi che mi hanno aiutata negli ultimi anni. Forse entrambe le cose, dal momento che credo che la seconda sia diretta conseguenza della prima.
Ho capito che devo riprendere a meditare, nella forma che preferisco (il journaling) e anche con metodi più tradizionale. Devo ricominciare a lavorare sul respiro, e a praticare yin un po’ più spesso.
In fondo, accidenti, insegno Yin Yoga, e ripeto costantemente che uno dei principi da seguire è proprio lo stare fermi. E so bene che quello starsene fermi nella posizione e osservare cosa succede, è una cosa potente e utile non solo dal punto di vista fisico, ma anche, e forse soprattutto, mentale.
Ora è tutto nero su bianco, magari questo mi aiuterà a ricominciare davvero.
Yin Yoga è una pratica che pochi conoscono, che sulla carta sembra facile ma non lo è affatto, proprio perché, se ci impegniamo davvero a stare ed osservare, può portare disagio perché ci mette davanti a lati di noi stessi che non volevamo vedere. Le prime lezioni per me sono state difficili, ma andando avanti ho visto i benefici. Se ti va di provare, puoi contattarmi e unirti alle lezioni online.
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Photo by Letizia Menziani